Popolazione e Cambiamenti Climatici

Dodson e altre (2020) – Popolazione e cambiamenti climatici: Affrontare il moltiplicatore delle minacce
Limitare la crescita della popolazione può essere un mezzo efficace per mitigare gli effetti negativi e adattarsi ai cambiamenti climatici. Nonostante ciò, le politiche demografiche sono spesso trascurate come potenziali politiche per ridurre i rischi del riscaldamento globale. Il documento descrive i vantaggi della riduzione delle emissioni e della riduzione della crescita della popolazione e delinea le politiche che possono aiutare a raggiungere percorsi di riequilibrio della popolazione.

Van Vuuren e altri (2018) – Percorsi alternativi per raggiungere l’obiettivo di 1,5 ° C, riducono la necessità di tecnologie a emissioni negative
L’ultimo documento che prevede le emissioni globali di Gas Serra (GHG) con diversi scenari di popolazione. Gli autori esplorano l’impatto di percorsi alternativi che includono il cambiamento dello stile di vita, un’ulteriore riduzione dei gas serra-nonCO2 e una più rapida evoluzione della domanda di energia basata sulle energie rinnovabili. Si è scoperto che  questi percorsi riducono significativamente la necessità di rimuovere l’anidride carbonica, ma non la eliminano completamente.

Bongaards e O’Niell (2018) –  Politica sul riscaldamento globale: la popolazione è esclusa dal freddo?
Gli autori sostengono che le politiche demografiche offrono diverse opzioni per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici, nonostante il fatto che l’IPCC tace sul potenziale del rallentamento della crescita della popolazione. Il documento suggerisce quattro percezioni errate che giocano un ruolo sostanziale nel portare a trascurare questo argomento e propone rimedi per l’IPCC, mentre si prepara per il sesto ciclo del suo processo di valutazione pluriennale.

Weber e Sciubba (2018) – L’effetto della crescita della popolazione sull’ambiente: prove dalle regioni europee
Gli autori hanno analizzato l’effetto della crescita della popolazione sulle emissioni di CO2 e sul cambiamento dell’uso del suolo urbano in Europa tra il 1990 e il 2006. I risultati complessivi mostrano che la crescita della popolazione ha un effetto considerevole sulle emissioni di CO2 e sull’aumento dell’uso del suolo urbano nell’Europa occidentale. Tuttavia, nell’Europa orientale, la crescita urbana è maggiormente influenzata dal benessere e le emissioni sono aumentate maggiormente nelle regioni in cui erano precedentemente a bassi livelli.

Wynes e Nicholas (2017) – Il Gap sugli obiettivi dei cambiamenti climatici: le azioni individuali più efficaci mancano nell’istruzione e nelle raccomandazioni del governo
Le quattro azioni ad elevato impatto facilmente applicabili, con il potenziale per contribuire attivamente al cambiamento sistemico e ridurre notevolmente le emissioni individuali sono: avere un bambino in meno, vivere senza auto, evitare i viaggi in aereo e seguire una dieta a base vegetale. Il documento rivela che le risorse governative e i libri di testo scientifici non menzionano queste azioni e concentrano le raccomandazioni su azioni a basso impatto.

O’Sullivan e Martin (2017) – Il ruolo della pianificazione familiare nella risposta ai cambiamenti climatici
Sostenere globalmente la pianificazione familiare potrebbe ridurre la popolazione prevista per il 2050 del 15% e la popolazione per il 2100 del 45% rispetto alla tendenza attuale. Tuttavia, il sostegno a tali misure è diminuito negli ultimi due decenni. Le proiezioni della popolazione delle Nazioni Unite sono ottimistiche sul declino della fertilità, tuttavia, gli scenari SSP dell’IPCC ipotizzano popolazioni molto più basse, rappresentando una forte divergenza rispetto le recenti tendenze.

Das Gupta (2014) – Popolazione, povertà e cambiamenti climatici
Questa analisi si concentra sulle relazioni tra popolazione, povertà e cambiamento climatico. I paesi sviluppati sono in gran parte responsabili del riscaldamento globale, ma il peso maggiore della ricaduta sarà sostenuto dai paesi in via di sviluppo sotto forma di produzioni agricole inferiori, una salute più scarsa e disastri naturali più frequenti. La popolazione aumenterà soprattutto nei paesi più poveri, sebbene questi paesi abbiano molti incentivi a ridurre la fertilità. Il declino della fertilità facilita la crescita economica e la riduzione della povertà, riduce la pressione sui mezzi di sussistenza e libera risorse che possono essere utilizzate per far fronte ai cambiamenti climatici. Il rallentamento della crescita della popolazione aiuta anche a scongiurare parte del previsto riscaldamento globale, che andrà a beneficio dei paesi più poveri molto più di quanto non gioverà a quelli sviluppati.

Cafaro (2012) – Etica del clima e politica della popolazione
Perché c’è resistenza ad accettare limiti alla crescita? Le politiche demografiche coercitive (misure economiche o legali per regolare i tassi di natalità) sono mai moralmente giustificate? Quali sono gli argomenti a favore e contro il controllo della popolazione non coercitivo? Questo articolo esamina la letteratura scientifica relativa al potenziale contributo del controllo volontario della popolazione al contenimento del cambiamento climatico. Considera le possibili ragioni del fallimento di esperti di etica del clima, analisti e responsabili politici nel valutare adeguatamente questo contributo o nell’attuare politiche che ne traggano vantaggio.

Engelman (2010) – Popolazione, cambiamento climatico e vita delle donne. Rapporto 183 In: Worldwatch
Le donne possono svolgere un ruolo unico nel contenere le pressioni ambientali, nonostante siano colpite in modo sproporzionato dagli effetti negativi del cambiamento climatico. Il rapporto sostiene che l’umanità ha bisogno di rallentare la crescita della popolazione per affrontare l’aumento delle temperature globali, e l’unico modo per farlo è migliorare il benessere delle donne in tutto il mondo.

O’Neill e altri (2010) – Tendenze demografiche globali e future emissioni di carbonio
Una valutazione sulle implicazioni che avrebbe il cambiamento demografico sulle emissioni globali di anidride carbonica. Secondo un modello di crescita energetico-economico, il rallentamento della crescita della popolazione potrebbe portare al 16-29% delle riduzioni delle emissioni che si ritiene siano necessarie entro il 2050 per evitare pericolosi cambiamenti climatici. Inoltre, l’invecchiamento e l’urbanizzazione possono influenzare in modo sostanziale le emissioni in particolari regioni del mondo.

Wire (2009) – Meno persone, meno emissioni, meno costi – riducendo le future emissioni di carbonio attraverso la ricerca nella pianificazione familiare
Per ogni 7$  spesi per la pianificazione familiare di base (US $ 2009) si ridurrebbero le emissioni di CO2 di oltre una tonnellata. Soddisfare tutto il fabbisogno di pianificazione latente eviterebbe l’emissione di almeno 34 Gt di CO2 (gigatonnellate di CO22) tra il 2010 e il 2050. Si suggerisce che in una combinazione ottimale di metodi per la riduzione del carbonio venga inclusa la pianificazione familiare come uno dei metodi principali.

Murtaugh e Schlax (2009) – Riproduzione e eredità di emissioni carboniche degli individui
Murtaugh effettua una stima del contributo di emissioni extra di anidride carbonica fossile di un individuo medio quando sceglie di avere figli. Negli Stati Uniti, ogni bambino aggiunge circa 9441 tonnellate di anidride carbonica all’eredità di emissioni carboniche di una femmina media, che è 5,7 volte le sue emissioni nella vita.

O’Neill (2000) – Il Cairo e il cambiamento climatico: un’opportunità vantaggiosa per tutti
In un momento in cui molti obiettivi importanti competono con scarse risorse per lo sviluppo, le scelte migliori sono quelle che hanno il potenziale di offrire molteplici vantaggi. Le politiche relative alla popolazione sono già ben giustificate in termini di necessità umane. I loro benefici ambientali sono un altro buon motivo per non perdere l’occasione creata dalla conferenza del Cairo.

 

Tradotto da Stefano Maida